Le figure silenziose emergono dal buio e si illudono nel buio, attendono la luna e aspettano l’alba, in un moto perpetuo, nell’attesa che qualcosa cambi. Sono personaggi al limite dell’esistenza, hanno già vissuto mille vite, popolano la notte, scompariranno con i primi raggi del sole, disorientati, insani, con le voglie, i piaceri, trasformati e sconvolti in un mondo rovesciato. Arriva l’alba, dove con i primi raggi di luce tutto si dissolve, resta un’ evocazione della presenza. Involucri vuoti che vagano dentro stanze antiche. Assenza come condizione costantemente temuta. E poi il paradosso della precarietà dell’esserci. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Francesca Randi_Viaggio al termine della notte |
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Francesca Randi nel 1999 incontra il mezzo fotografico e ne resta folgorata.
Sviluppa uno stile personale, onirico e pensoso, duro e malinconico, con un immaginario fortemente surreale.
L’identità femminile e maschile, l’infanzia e l’adolescenza, il teatro off come fuga dai ruoli convenzionali, il paesaggio notturno in movimento in bilico tra l’incubo quotidiano e la solitudine esistenziale, il doppio e il perturbante: sono alcuni dei temi affrontati da Randi. Attualmente vive e lavora tra Cagliari e Bologna come fotografa e designer e collabora con varie gallerie d’arte italiane ed estere.
Francesca Randi su Celeste.Network
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