giovedì 24 maggio 2012

Alessandro Beneforti | Psycoskin




Lampi di luce proiettata sulla pelle come persone bagnate dalla pioggia,
figure astratte che si modellano sul corpo come tatuaggi accompagnati 
da parole che disegnano sensazioni seguendo schemi di giochi linguistici.

Ed ecco che i tautogrammi si insinuano nelle fessure della mente e come 
Ibrida intuizione indipendente invadono irruenti illusioni.

La ricerca è continua e si accavalla a Frequenze frenologiche che fluiscono fervide
fibre frammentate e scavalcano ogni più stravagante immaginazione.

Le immagini proiettate si confondono tra le forme che la pelle
decide di accettare come Morbide macchie mimetizzate 
che mascherano molteplici misteri. © RIPRODUZIONE RISERVATA




giovedì 17 maggio 2012

Gianluca Maver | Web_2010

Gianluca Maver è un fotografo italiano.
Il suo lavoro è rivolto a mostrare il sentimento di stupore e incanto che prova indagando microcosmi. Osservando la natura nel dettaglio, il senso di meraviglia sorge spontaneo.
Il mezzo fotografico non è impiegato con intento documentario.
L’utilizzo di sfondi bianchissimi permette di rendere l’immagine neutra cogliendo così l’essenzialità della natura. Questo procedimento, applicato anche ad altre opere, si fa ancora più radicale negli ultimi lavori intitolati Web_2010, dove la decontestualizzazione dell’oggetto porta senza distrazioni all’esternazione di quel senso di stupore e meraviglia tanto cercato.
I soggetti ritratti sono ragnatele che Maver ricerca e fotografa su fondali immacolati. Queste interagendo con lo spazio lo invadono e coinvolgono lo spettatore in un’atmosfera d’incanto e stupore che porta ad osservare ogni dettaglio, ogni particolare di una realtà così familiare ma allo stesso tempo sconosciuta.
Il soggetto perde riconoscibilità e la linea si fa segno grafico.
La levità del soggetto invita placidamente lo spettatore ad avvicinarsi per poter meglio cogliere ogni
particolare ritratto accompagnandolo sempre più nel profondo dell’immagine.
I grandi formati e la luce che sembra uscire direttamente dalle fotografie fanno vivere un’esperienza
in cui ci si ritrova a provare i sentimenti che hanno ispirato l’artista. Osservando l’estrema fragilità e leggerezza di queste trame perfette ci si incanta per la potenza dell’armonia e la sottigliezza delle
tessiture che interagiscono con lo spazio.
Questa sensazione di impalpabilità induce a riflessioni sulla precarietà della ragnatela e per esteso alla fragilità e al senso ultimo della realtà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 Gianluca Maver | Web_2010 presentation,
lambda print on dibond with wood frame and glass 93x118cm


Gianluca Maver is an Italian photographer.
His work sets out to reveal the surprise and enchantment aroused by examining microcosms. Indeed a sense of wonder comes naturally when observing nature in detail. The photographic medium has not been used with the aim of documenting. The use of ultra-white backgrounds makes for a neutral image, thereby capturing the very essence of nature. This procedure has also been applied to other works, and has been rendered even more radical in the most recent works entitled Web_2010, where the decontextualisation of the object results in the sought-after astonishment and wonder being expressed without any distractions.
The subjects portrayed are the cobwebs that Maver seeks out and photographs, set against immaculate backgrounds. By interacting with the space they actually invade it, drawing the spectator into an enchanted and astonishing setting where the spectator takes in every detail, every feature of a scene that is so familiar and yet quite unknown.
The subject ceases to be recognisable and the lines become a graphic sign.
The lightness of the subject calmly invites spectators to come closer so they can see each particular
portrait, accompanying them deeper and deeper into the image itself.
The large formats and the light that seems to come straight out of the photographs convey a sensation whereby the spectators find themselves experiencing the same feelings that inspired the artist. On observing the extremely fragile and light nature of these perfect weaves, one is left enchanted by the power of the harmony and the subtlety of the woven webs that interact with the space. This sensation of impalpability triggers reflections on the precarious nature of the cobweb, and subsequently the fragility and ultimate sense of reality. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gianluca Maver | Web_2010#9 Montevarchi 2011,
 lambda print on dibond cm 93×118 edition of 3 + 1 a.p.


Gianluca Maver | Web_2010#9 Montevarchi 2011,
 lambda print on dibond cm 93×118 edition of 3 + 1 a.p.

Gianluca Maver | Web_2010#10 Montevarchi 2011,
 lambda print on dibond cm 93×118 edition of 3 + 1 a.p.

Gianluca Maver | Web_2010#10 Montevarchi 2011,
 lambda print on dibond cm 93×118 edition of 3 + 1 a.p.

Gianluca Maver (1972, Bergamo), vive e lavora tra Montevarchi e Firenze.

Terminati gli studi alla Fondazione Studio Marangoni a Firenze nel 1999, inizia a lavorare come
fotografo con una predilezione alla ricerca e come docente di fotografia. Attualmente è docente e capo dipartimento di fotografia presso la Lorenzo de Medici Institute di Firenze. Selezionato e premiato in vari concorsi tra cui: nel 2000, Premio per un progetto fotografico, Fondazione Studio Marangoni; Portfolio in Piazza 2000, a cura di Vittoria Ciolini a Savignano sul Rubicone; nel 2004 selezionato dal Museum of Contemporary Art di Fort Collins, Colorado; nel 2005 e nel 2007 per il Premio Arti Visive San Fedele di Milano. Tra le numerose esposizioni personali e collettive, avviate nel 1997, si evidenziano: nel 2006 Open Day alla galleria FSM curata da Daria Filardo a Firenze; L’Arno un percorso visivo, curata da Anna Maria Amonaci in piazza della Passera a Firenze; nel 2007 They looked on while it happened presso la Galerie Image ad Aarhus Danimarca; FotoGrafia festival internazionale di fotografia a Roma curato da Marco Delogu; nel 2008 Visages en Pose alla galleria Maurizio Nobile Loft curata da Anna Mari Amonaci a Bologna; nel 2011, MIA Milan Image Art Fair, Milano; Contaminazioni ambientali, curata da Francesco Gavilli a Villa Barberino di Meleto; Spostamenti / Shifts, Casa Masaccio Arte Contemporanea curata da Fausto Forte a San Giovanni V.no; e Natural Forms, alla galleria RBfineart, Milano.

Gianluca Maver (1972, Bergamo), lives and works in Montevarchi and Florence

After completing his studies at the Fondazione Studio Marangoni in Florence in 1999, began working as a photographer with a penchant for research and as a photography teacher. Currently he is teacher and head of the photography department at the Lorenzo de Medici Institute, Florence. His works have been shortlisted and awarded prizes in several competitions: in 2000, Prize for a photographic project, organized by the Fondazione Studio Marangoni; Portfolio in Piazza 2000, curated by Victoria Ciolini in Savignano sul Rubicone; in 2004 was shortlisted by the Museum of Contemporary Art in Fort Collins, Colorado, in 2005 and 2007 Premio arti visive San Fedele in Milan. Numerous solo and group exhibitions since 1997 among this: in the 2006, Open Day, by Daria Filardo, at FSM Gallery, Florence; L’Arno un percorso visivo, curated by Anna Maria Amonaci, Piazza della Passera Florence; in 2007,They Looked in while on It Happened at the Galerie Image, Aarhus Denmark; FotoGrafia international festival of photography Rome curated by Marco Delogu; in 2008 Visages en Pose at the gallery Maurizio Nobile Loft curated by Anna Mari Amonaci Bologna; in 2011, MIA Milan Image Art Fair, Milan, Contaminazioni Ambientali, curated by Francesco Gavilli at Villa Barberino Meleto; Spostamenti / Shifts, curated by Fausto Forte for Casa Masaccio contemporary Art San Giovanni V.no, and Natural Forms, at the gallery RBfineart Milan.
www.gianlucamaver.com

domenica 6 maggio 2012

Susanna Ragionieri | L’Histoire C’est Nous


Réfléchir sur «l'histoire», celle qui recoupe directement avec nos origines, ou répond à nos similitudes, en nous modelant sans relâche avec le paysage qui nous entoure, est un exercice à pratiquer régulièrement, car se cachet en lui presque toujours - le connaissaient bien les anciens - la plupart des réponses aux questions que nous nous demandons.
Cette considération, saisie comme une méthode de travail, semble avoir été le point de départ pour les trois artistes - Angela Galli, Andrea Lunghi, Fiona Buttigieg - qui déjà l'année dernière ont enquêté sur la complexe et mystérieuse figure de Sainte Catherine, et aujourd'hui, ils ont choisi de se concentrer de manière significative sur celle, également bien connue et dans le même temps inconnue, comme l'a récemment souligné l'écrivain français Robert Christophe, de Napoléon au cours des dix mois passés à l'île d’Elbe. 
C’est quoi qu’on peut dire et raconter de ce temps là, court mais pas très court dans la vie agitée de l'homme plus important d’Europe? Et sur les idées d'un territoire qui, sous sa direction, est devenu dans tous les sens une Principauté, c’est à dire une Nation? Quelles traces tangibles restent de ce modèle, imaginé et créé partiellement? Et surtout, quelles énergies survivent latentes, et en attendant une éventuelle révision en termes d'aujourd'hui? De ce qui non seulement se contentait d’être la première intervention illuministe et moderne réalisée avec détermination, mais, stimulée par l'imagination et l'utopie, semblait devenir, propre aveu de Napoléon, le rêve de «une souveraineté d'un genre nouveau», possible dans un laboratoire naturel idéal et sociale tel que celui de l'île? Le projet Carnet de Route, qu’Angela Galli, Andrea Lunghi et Fiona Buttigieg proposent aujourd’hui, et toujours en évolution, découle de ces questions, et se déplace ensuite au long des les deux directions de l'hypothèse culturelle et du regard émotionnel et affectif propre de l'artiste. Lorsque l'un nourrit l'autre en sachant que la centralité inéludable du message est ce de réussir à « dire avec les images », en  en enquêtant le langage, dans les trois cas, la langue de la photographie, dans sa complexité et émotivité, pour devenir porteurs de concepts. Une fois de plus en retrouvant le rôle social et utopique de deviner l’avenir qui a toujours été le caractère central de l'artiste.
Dans Images d’un exil, Angela Galli a choisi  la prospective oblique et mélancolique du souvenir, qui sur la trace des Mémoires de l'exil à Sainte-Hélène, se coagule dans secoués flashbacks de  perception: l'arrivée dans le port de Portoferraio le soir, au début de mai, superposée à la secousse de surprise pour la ressemblance naturelle entre l'île d'Elbe et la Corse, ou le soir au théâtre, le petit bijou de Vigilanti, presque à la démonstration que l'harmonie parfaite peut  aussi exister sans la grandeur. Angela construit son histoire dans des chapitres, en utilisant la syntaxe de l'histoire en images, le roman-photographique qui, désormais  perdu ses racines populaires, lui sert à relier les unités dans la fluidité des images parfois insaisissables, soulignées par un processus continu d'hybridation picturale.
Dans, Notes d’une petite île, Fiona Buttigieg préfère se concentrer plutôt sur quelques petites anecdotes rapportées dans les chroniques de l'époque; nuances de l'histoire toscane où, de temps en temps, nous lisons la sagesse du peuple dans la relation séculaire avec le pouvoir, ou l'ironie subtile plein de nuances de toute la blague, la lutte pour la survie, ou la dimension humaine au centre de certains travaux publics. Grâce à un chevauchement direct, la forte calligraphie de documents d'archives dialogue ainsi  directement avec l’évidence flagrante de peu éléments, chacun isolé à suggérer le compte  dont il est protagoniste: les grosses clés en fer, les lys de mai, le pain parfumé, le pavé poli des escaliers de Portoferraio.
Enfin, Andrea Lunghi, originaire du petit village de Rio nell'Elba, ne pouvait pas s'empêcher d'être fasciné par les nouvelles de la visite de Napoléon aux mines locales, avec un arrêt  en soirée à l'ermitage de Sainte Catherine. qui allait durer toute la nuit. La série de gravures Letto Imperiale: Eremo 1814 (Lit Impérial: Ermitage 1814), qui a comme protagoniste le lit en fer donné par l’Empereur à l’ermite habitué à dormir au sol sur une palette, et depuis lors, se  conserve à la même place, né et se développe sur la suggestion toute moderne de l'atmosphère interne, silencieuse comme en attente. Après une longue préparation, Andrea a choisi d'exécuter la séquence entière en une seule séance, du crépuscule à l'aube, en utilisant seulement la lumière naturelle. Le stand installé dans la chambre, a attendu patiemment, de la fenêtre déballée sur la vallée et la mer, l'arrivée du vent du soir. Et l'espace, rendu dans les tons précieux de l'impression aux sels d'argent, a retrouvé dans le noir et blanc la perspective  évocatrice de la mémoire, en se animent de sensibles présences.
Dans chacune de ces œuvres, catalysées par la figure de Napoléon, motifs, donc, s’entrelacent  avec caractères qui ont l'île pour centre, mais aussi un particulaire regard on elle, ouvert à pensées et images transporteuses d’un autre modèle de l'avenir. Les artistes nous le disent avec leur travaille, c'est à nous de répondre avec des faits. © RIPRODUZIONE RISERVATA



Sala Argento | Angela Galli "Immagini da un esilio"
Sala Oro | Angela Galli "Immagini da un esilio"

Sala Rame | Fiona Buttigieg "Notes from a small island"
Sala Rame | Fiona Buttigieg "Notes from a small island"

Sala Petrolio | Andrea Lunghi "Letto imperiale: Eremo 1814"

La Storia siamo noi

    Riflettere sulla «storia», quella che si intreccia direttamente con le nostre origini, o si incontra con le nostre affinità, modellandoci senza sosta insieme al paesaggio che ci circonda, è un esercizio  da praticare con costanza, perché in esso quasi sempre si annidano -lo sapevano bene gli antichi- molte delle risposte alle domande che ci poniamo. Questa considerazione, assunta  a metodo di lavoro, sembra essere stata il punto di partenza anche per i tre artisti -Angela Galli, Andrea Lunghi, Fiona Buttegeig- che già l'anno passato indagarono la complessa, misteriosa figura di Santa Caterina, ed oggi hanno significativamente scelto di concentrarsi su quella, anch'essa notissima e insieme sconosciuta, come di recente ha ricordato lo scrittore francese Robert Christophe, di Napoleone durante i suoi dieci mesi all'Elba.

    Cosa si può dire e raccontare di quel tempo, breve ma non brevissimo nella vita inquieta dell'uomo più importante d'Europa? E delle idee su un  territorio che, sotto la sua guida, divenne in tutto e per tutto un principato, ovvero una nazione? Quali tracce tangibili rimangono di quel modello, immaginato ed in parte realizzato? E soprattutto, quali energie sopravvivono, latenti, ed  in attesa di una possibile rilettura in termini odierni, di quello che  non si limitò soltanto ad essere il primo intervento illuminista e moderno attuato con determinazione, ma, sulla spinta dell'immaginazione e dell'utopia, sembrò diventare, per ammissione stessa di Napoleone, il sogno di «une souveraineté d'un genre nouveau» («una sovranità di genere nuovo»), possibile all'interno di un ideale laboratorio naturale e sociale come quello dell'isola?

    Il progetto Carnet  de route, che Angela Galli, Andrea Lunghi, Fiona Buttegeig, oggi propongono, e che è ancora in divenire, nasce da queste domande, e si muove dunque lungo la duplice direzione dell'ipotesi culturale e dello sguardo emozionale proprio dell'artista. Dove l'una si alimenta dell'altro pur nella consapevolezza che la centralità ineludibile del messaggio è quella di riuscire a «dire con le immagini», sondandone il linguaggio -in tutti e tre i casi quello fotografico-, nella sua complessità ed emozionalità, per farsi portatori di concetti. Ancora una volta ritrovando il ruolo sociale e utopico di rabdomante del futuro che da sempre è stato carattere centrale dell'artista.

     In Immagini da un esilio, Angela Galli ha scelto la prospettiva obliqua e malinconica del souvenir, il ricordo, che sulla traccia de Le Mémoires de l'exil à Sainte-Hèléne, si coagula in inquieti flashback percettivi: l'arrivo nella rada di Portoferraio la sera di inizio maggio, sovrapposta al sussulto di sorpresa per la somiglianza naturale fra Elba e Corsica, o la serata a teatro, quel minuscolo gioiello dei Vigilanti, quasi a dimostrazione che un'armonia perfetta può esistere anche senza grandeur. Angela costruisce il proprio racconto per capitoli, usando la sintassi del fotoromanzo che, perduta ormai la sua radice popolare, le serve per connettere in unità la fluidità talora elusiva delle immagini, sottolineata da una continua, pittorica ibridazione.

     In Notes from a small island, Fiona Buttegeig preferisce concentrarsi invece su alcuni piccoli aneddoti riportati dalle cronache del tempo; sfumature della storia in cui di volta in volta si legge la saggezza degli abitanti nel millenario rapporto con il potere, o l'ironia sottile e tutta toscana dello scherzo, la lotta per la sopravvivenza, o la misura umana al centro di certe opere pubbliche. Attraverso una diretta sovrapposizione, l'acuminata calligrafia dei documenti d'archivio dialoga così direttamente con l'evidenza flagrante di pochi elementi, ciascuno isolato a suggerire il racconto di cui è protagonista: le grosse chiavi di ferro, i gigli di maggio, il pane profumato, il lucido lastricato delle scalinate di Portoferraio.

    Infine Andrea Lunghi, riese, non poteva non rimanere affascinato dalla notizia della visita di Napoleone alle miniere della zona, con sosta serale all'Eremo di Santa Caterina, che si sarebbe protratta per l'intera notte. La serie di stampe Letto imperiale: Eremo 1814, che ha come protagonista il letto in ferro donato dall'imperatore all'eremita abituato a dormire sul pagliericcio, e che da allora si conserva nello stesso luogo, nasce e si sviluppa sulla suggestione tutta moderna dell'atmosfera d'interno, silenzioso e come in attesa. Dopo una lunga elaborazione, Andrea ha infatti scelto di eseguire l'intera sequenza in un'unica seduta, dal tramonto all'alba, usando solo luce naturale. Il cavalletto piazzato nella stanza, ha aspettato con pazienza, dalla finestra spalancata sulla valle e sul mare, l'arrivo del vento della sera. E lo spazio, reso nelle gradazioni preziose della stampa ai sali d'argento, ha ritrovato nel bianco e nero la prospettiva evocativa della memoria,  animandosi di sensibili presenze.

    In ciascuno di questi lavori, catalizzato dalla figura di Napoleone, si intrecciano dunque motivi e figure che hanno al centro l'isola, ma anche un certo sguardo su di essa, aperto a pensieri e immagini su un modello diverso di futuro.
Gli artisti ce lo dicono con le opere; sta a noi rispondere con i fatti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Firenze, 20 aprile 2012                                                                                                         Susanna Ragionieri

sabato 5 maggio 2012

"Carnet de Route" | Anteprima alla Stampa


Ieri l'anteprima alla stampa della mostra fotografica "Carnet de Rout", nel video un'intervista  di Tele Elba all'artista Angela Galli che spiega il percorso creativo e l'istallazione.